Sono
smarrito di fronte all'altro che vedo e tocco e del quale non so più
che fare. E' già molto se ho conservato il ricordo vago di un certo
al di là di quello che vedo e tocco, un al di là di cui so
precisamente che è ciò di cui voglio impadronirmi. E' allora che mi
faccio desiderio.
J.P. Sartre, L'essere e il nulla
Con questa breve affermazione, Sartre descrive
sinteticamente la natura del desiderio sessuale: il suo volere andare
oltre ciò che vede e tocca, cioè oltre il corpo verso un
qualcosa che, per quanto resti imprendibile e inconoscibile, è
l'unica cosa che si vuole veramente possedere. Inoltre, pone al
centro della vita sessuale l'immaginazione, senza la quale
l'atto sessuale rimane pura pulsione, scarica fisiologica, gioco
tecnico. Il desiderio sessuale poggia sull'immaginazione come spinta
essenziale a quell'andare oltre di cui si diceva prima. Ed è
questo che distingue profondamente, nella scala degli esseri viventi, l'uomo dall'animale. Mentre con quest'ultimo condividiamo il codice
istintuale, l'orologio biologico, l'ordine naturale, dall'altro ce ne
discostiamo totalmente e sempre di più , in quanto esseri pensanti
e culturali. La vita sessuale quindi, lungi dall'essere determinata
dalle sue finalità biologiche, è nell'uomo un evento psichico
determinato e influenzato da diversi fattori di ordine culturale,
filosofico, religioso, antropologico ecc, continuamente attraversato
da emozioni, sentimenti, memorie e fantasie che rendono l'esperienza
sessuale enormemente complessa e diversificata.
Parlare di sesso è quindi accedere ad una dimensione
segreta, individuale, immaginifica, libera, così come anche
traumatica, inaccessibile, congelata di noi stessi che ,come dice
Galimberti ne Le cose dell' amore , ci apre al
precipizio e allo smarrimento. Perchè più che godimento dell'Io,
esso è il suo perdersi. Non essendo un rapporto con l'altro, ma
una relazione con l'altra parte di noi stessi.....la sessualità ha a
che fare con quei limiti ontologici che sono per l'esistenza la
nascita e la morte.
Chi non è disposto a perdere le dimore dell'io
continua Galimberti, vive una sessualità epidermica, senza
spessore, senza profondità ( vedremo questo nel film Shame).
Nell'atto sessuale quindi si perpetua la ricerca di un altro/ve
imprendibile, si assiste al cedimento della propria razionalità e
del proprio controllo, e contemporaneamente alla morte di questo
stesso altrove che la mente ha proiettato, costruito, immaginato
nell'Altro. Perchè più che amare l'Altro per quello che è, noi
amiamo ciò che con la sua materia costruiamo, la nostra
idealizzazione, la nostra invenzione. Qualunque sia lo scenario in
cui il desiderio sessuale prende forma, nella dimensione
eterosessuale come in quella omosessuale, nella vita matrimoniale
come in quella libera da ogni vincolo, nella continuità e nella
occasionalità, la vita sessuale è sorretta dalla fantasia e dal
desiderio di mettersi in gioco senza pudore per riconfigurare i
propri limiti e, in definitiva, la propria identità. Più che mai
oggi che l'emancipazione femminile e la tecnologia ha liberato la
donna dagli obblighi riproduttivi e dai confini biologici dando a
uomo e donna la possibilità di scegliere e di mutare quello che il
genere ha loro assegnato, la sessualità ha acquisito ulteriori
spinte attraverso un immaginario che la tecnica progetta e sostiene
sempre più al di là del corpo stesso ( alludo al film Her).
Un altro aspetto dell' amore erotico è la sua assoluta
irrazionalità e contraddittorietà :come dice Galimberti nella sua
introduzione al Simposio di Platone ( dal quale nasce il suo
Le cose dell'amore) esso è estraneo ad ogni logica. Eros gioca,
ma il suo gioco non ha regole, e più avanti Nel gioco di Eros
le mosse non rispondono ad un calcolo e non hanno un esito
determinato....Eros decentra il sistema verso linee di fuga, dove si
smarrisce il senso che l'ordine della ragione ha faticosamente
accumulato. D'altra parte Eros è un dio e la sua follia è una
follia divina. E come dice Platone nel Fedro tra i quattro stadi di
follia divina (cioè quella in cui l'uomo è sotto l 'influsso di un
dio ) quella di Eros e di Afrodite è la più eccelsa. Perchè
continua il filosofo, La follia dal dio proveniente è assai più
bella della saggezza di origine umana.
Si dice infatti che l'amore è una forma di possessione:
esso è quello stato in cui la nostra ragione è predata dalla
follia, dal desiderio di possedere l'altro, dalla inquietudine, dai
tormenti della gelosia, dalla paura della perdita. E sesso
che deriva da nesso nexus rappresenta la connessione
tra la ragione che l'uomo ha costruito e la nostra parte più
irrazionale.
Con questi presupposti ho scelto il profilo della
sessualità che è una delle componenti fondamentali dell'amore,
forse la più importante, in quanto rappresenta la pulsione
istintuale che abita in ogni amore al di là delle sue vicissitudini.
Riferimenti bibliografici
Platone, Simposio Tascabili Feltrinelli
U. Galimberti, Le cose dell'amore Feltrinelli