Mitologie della Psiche , IMPA www.archeimpa.it
MERCURIUS: LO SPIRITO DELL'INCONSCIO
La visione ermetica in ospedale, cioè nel mondo della cura, può essere riconducibile a molti aspetti. Mi vorrei soffermare su due di essi: l’organizzazione nel suo insieme, e la relazione medico paziente.
Due
facce imprescindibili del mondo sanitario, l’uno che dà indirizzi, ne fissa i
programmi e le finalità; l’altra che li mette in atto , li concretizza nella
operatività quotidiana delle corsie e degli ambulatori. L’uno il piano dello
“spirito”, l’altro querllo della pratica.
In questo luogo, cosa può farci un dio? Ma più esattamente dov’è il dio
Hermes, su che cosa regna, che doni
offre?
“Sarai il dio dei ladri, dell'inganno e della
finzione.”
Disse
Zeus al bimbo appena nato, questi saranno i tuoi doni“E sarai il mio messaggero, se prometti che non racconterai mai bugie”.
“Lo prometto, padre, purché non mi obblighi a dire tutta la verità. Ci dev’essere spazio per la fantasia.”
Zeus rise di nuovo e assentì col capo. Quindi diede al nuovo dio il caduceo, una verga di araldo ornata di nastri bianchi. Gli diede anche calzari alati perché potesse muoversi con la velocità del pensiero. E lo chiamò Ermes.
Se penso a ciò che accade
quotidianamente durante il mio lavoro in ospedale, ritengo che Hermes ci abiti,
più di chiunque altro. Penso a come sia
presente nello spirito generale dell’organizzazione (bugiarda!) volta alla
finalità della salute, dell’assistenza umana, della sensibilità psicologica,
che in realtà nasconde indifferenza, individualismo, cinismo. Penso a come si
sia più interessati alla conservazione dei
ruoli, del prestigio, del guadagno, che non a una effettiva buona
pratica sanitaria.
Come i principi etici del
rispetto, della sensibilità, siano traditi quotidianamente dagli interessi
privati. Come nella sua identità generale,
un ospedale, oggi azienda ospedaliera, il cui fine è “produrre” salute e benessere, in realtà produca
interessi individualistici, coltivi il
narcisismo personale, nell’obiettivo di “guadagnare” attraverso il male altrui
soldi, carriera, prestigio . Come il malato,
“l’utente” cui si rivolge sia l’ultimo anello funzionale di un sistema
orientato a scopi utilitaristici.
L’inganno quindi,
l’utilizzazione di principi etici ed umani per fini personalistici ed economici, sembra
regnare nei sotterranei dell’organizzazione sanitaria volta al “bene” collettivo,
alla salute pubblica: “quando siamo apollinei negli ideali, Ermes nel suo
aspetto più oscuro non è lontano” (afferma Hillman nel suo Saggi sul puer
) e continua “insieme ( essendo fratelli) fanno davvero una bella
coppia: il bagliore dorato dei nobili fini raggiunti con l’astuzia e con l’inganno”.
Scusate se sono partita
dagli aspetti più degeneri della organizzazione sanitaria (parlerò anche degli aspetti positivi) dove
l’archetipo Hermes sembra soggiornare con astuzia infinita. Penso a come ,
dietro i programmi sanitari, si muovano interesse privati di case farmaceutiche ,
industrie medicali… ecc. Grandi interessi finanziari operano dietro gli
impianti di pace-makers, stent, protesi . Tutti certamente indispensabili in
alcuni casi, ma molto spesso anche abusati,
sperperati, sulla pelle del malato….
Non intendo qui parlare
della mala sanità, ma di come , nella
buona sanità, la presenza di Hermes si ritrovi in tutti gli aspetti manipolatori,
ambigui e duplici dei suoi presupposti di fondo.
L’economia di un ospedale
è fondata sugli aspetti di guadagno, di affari, di utili. Il paziente è lo
strumento indispensabile di tutto un apparato lucrativo. Per non parlare degli aspetti di ricerca: pensiamo
a quanti protocolli di sperimentazione di nuovi farmaci, di nuove tecniche, ecc
ecc, passano pressoché quotidianamente dagli ambulatori, per poi immettere nel
mercato quello o quell’altro rimedio o presidio chirurgica ecc ecc.
Ma siamo sicuri che tutto
questo abbia la finalità “etica ” di curare il malato e le malattie??
E da qui, passiamo subito
all’altro punto, alla cura in senso stretto, a ciò che accade tra il
medico e l’ammalato nella relazione terapeutica.
Vado all’Hermes con il
suo bastone: il caduceo è il simbolo della medicina, nel segno di
Ippocrate. Esso rappresenta gli opposti, così come il “farmaco” ha
contemporaneamente il significato di
rimedio e di veleno.
La cura infatti ha sempre come
proprio obiettivo il riequilibrio delle energie positive e negative
della persona malata: ma tutti sappiamo che non è mai un processo indolore, al
contrario l’ambivalenza del “farmacon” è presente in ogni forma di cura. E la
cura in un ospedale è ben più ampia della semplice somministrazione di un farmaco.
La cura è trovare la strada giusta per quel malato, è l’intuizione di mettere
insieme i segni, i sintomi
per arrivare a una certa
diagnosi, a un vedere” ciò che si nasconde dietro, “sentire ciò
che vi si nasconde” citando ancora Hillman .
In un pronto soccorso ad esempio, è necessario
avere un lampo di genio, di intuizione e di lucidità per individuare un caso complesso e
distinguerlo da uno più semplice, è necessaria una decisione rapida: lo spirito
ermetico è situazionale, legato al momento. E’ questa la prospettiva
produttiva e positiva dell’atteggiamento mercuriale, del suo “opportunismo”. Il
suo sapere è un Non-sapere, una capacità
che si fa avanti nel momento giusto.
Il “Tempo” in casi come
quelli che si presentano in ospedale è una dimensione fondamentale: forse
quella in cui più di ogni altra si sostanzia l’azione medica.
Entro ancora meglio nella
relazione medico-paziente: ogni relazione è una “situazione” nella quale sono
coinvolte due persone, in quel determinato momento, per una determinata
ragione, molto spesso per caso. Il
medico, così come il terapeuta deve “afferrare” l’altro e la sua malattia, deve
sapere portare il paziente da una riva all’ altra, trasportarlo oltre la realtà
di quel momento. Ermes lo psicopompo, è colui che guida nel regno dei
morti, è presente sempre nell’oltrepassare una soglia. E’ al limite, dove è
necessario non restare fermi, ma essere coscienti di ciò che accade e di ciò
che può accadere. La funzione psicologica dell’archetipo Hermes è quindi fondamentale
nel regno della cura, laddove è necessario l’agire immediato, la decisione
rapida, l’attraversare un possibilità spesso non certa, ma talora fortunata e
sempre legata alle forze in campo di quel dato momento .
Il medico come Psicopompo si trova spesso in quelle
situazioni di “terminalità” nelle quali la cura è in realtà un accompagnamento:
relazioni molto complesse nelle quali entrambi (Medico- Paziente) sanno bene che non c’è più possibilità di
soluzione.
L’incurabilità, la non –curabilità,
porta talora a relazioni dai tempi
lunghi, imprevedibili, ad attese spesso esasperanti durante le quali la funzione del medico è
semplicemente un esserci, giorno per
giorno, con lo sguardo vigile, l’ascolto attento, “ancora e ancora”, come un giorno mi
disse negli ultimi giorni della sua vita un giovane in Aids. Eppure, in questo caso, il dio ci dà la
capacità di assistere ed accompagnare questo difficile attraversamento. E’ l’ accompagnare
una trasformazione della coscienza che , se è vero che si fa sempre più
necessaria nell’avvicinamento al limite estremo, è pure vero che è sempre
presente in ogni esperienza di malattia. Pertanto Hermes, guardiano della
soglia, ispira l’intervento di aiuto che spesso in ospedale è veramente una
discesa agli inferi.
Ogni esperienza di
malattia infatti, porta con sé la morte
di qualcosa, l’abbandono di un certo equilibrio, la necessità di operare un
cambiamento nelle abitudini, nello stile
di vita, in ogni caso una presa di coscienza del cambiamento talora terribile
che ci aspetta.
Hermes, ci dà la forza
giusta per aiutare il paziente a operare questa trasformazione. Egli può “recare
i messaggi di qualunque Dio, …”citando ancora Hillman, aiutandoci a trovare la strada giusta attraverso
le più anguste situazioni.
E’ questa la funzione
ermetica dello psicopompo, che certamente tutte le persone che si dedicano alle
relazioni di aiuto possiedono e devono possedere.
Quando le situazioni si
fanno oscure, difficili e senza apparenti vie di uscita, ecco che il bagliore
della coscienza ermetica , il suo intuito, la sua capacità di operare connessioni,
ci indicherà cosa fare….cosa dire.
Perché Hermes è “logos”:
ragione, parola. E quale migliore strumento ha il medico che non sia la “buona”
parola: la parola intelligente, appropriata in ogni situazione. Anche se bugiarda, tutti sappiamo che la
Parola più di ogni altro farmaco “cura”, in quanto parola
significa instaurare una relazione, significa sapere ascoltare e sapere
rispondere. Hermes, il dio degli oratori, trova il modo giusto per raggiungere
l’animo di chi necessita aiuto nelle
scelte , conforto ai suoi mali, aprendo loro la speranza o anche l’ illusione .
“ Ci deve essere
spazio per la fantasia”… dice Hermes
al Padre.
E a volte il malato ha
bisogno proprio di questo.
Pubblicato su:
www.babelenews.net N.14"Mitologie della psiche", pag 17
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