11/12/13 Giugno 2012
Un importante corso di formazione per
operatori sanitari presso l'ARNAS Garibaldi, del quale sono stata direttore scientifico. Questo il mio commento finale alla prima edizione.
Nei giorni 11/12 /13 di
questo Giugno, nell’aula Dusmet del Presidio Garibaldi Centro si è svolto il
corso di formazione per le figure sanitarie operanti nei reparti critici
dell’Azienda. Il corso, del quale è
prevista nel mese di ottobre una seconda edizione per il presidio di
Nesima, fa parte integrante del Progetto obiettivo PSN 2010 finalizzato alla
Riabilitazione psicologica nei reparti critici e pertanto diretta a coinvolgere gli operatori all’acquisizione di
metodologie di lavoro e di tecniche d’intervento che guardino alla dimensione
psicologica dell’ammalato e della sua famiglia da un lato, al rapporto tra
operatori nell’ambiente di lavoro dall’altro: aspetto sempre interconnesso con
il primo e pertanto fattore indispensabile per il raggiungimento di un “benessere
organizzativo” adeguato e soddisfacente per chi lavora e , d’altro lato, efficace per la produttività di un’azienda il
cui fine è “fare salute”.
Se già nel titolo era
chiaramente enunciata la necessità di ascolto come fondamento di una medicina
attenta ai bisogni dell’uomo nella sua interezza, e non di una tecnica specialistica
rivolta a singoli pezzi del corpo, è certo che durante i tre intensissimi giorni
l’ acquisizione di tale capacità è stata non solo “elaborata” , ma riconosciuta come un bisogno dell’operatore
stesso, del medico in particolare, che avverte nella “techné” della medicina moderna la perdita del rapporto umano e della
sua propria capacità di ascolto . Il gruppo dei partecipanti, 35 tra medici e
infermieri, hanno saputo dare spazio durante lo svolgimento dei lavori alle
loro difficoltà e problematicità secondo un percorso che , se al primo impatto
si manifestava come insofferenza,
impazienza, diffidenza , si è gradualmente trasformato in un atteggiamento
di curiosità prima , di riflessione sui contenuti e sugli spunti offerti poi. E’ possibile pensare che
l’atteggiamento iniziale risentisse di una prioritaria mancanza di chiarezza sugli obiettivi del
corso certamente distanti dalla pratica clinica cui gli stessi sono abituati e
che, malgrado come gruppo di lavoro avessimo
messo impegno nel cercare di sintetizzare nella brochure informativa, non erano stati in grado di raggiungere
sufficientemente l’orecchio degli iscritti.
Superato il primo momento
però, si è osservato un vero processo di cambiamento del gruppo, qui e ora, capace di modificare la propria
capacità di ascolto, di relazione e di dialogo, e che pertanto il percorso esperenziale
guidato in particolare dal relatore esterno, Dr Alessandro Lombardo, nella
seconda e terza giornata del corso, ha trasformato la carica emotiva iniziale
in spazio di consapevolezza e di riflessione.
A partire dalla prima
giornata, dedicata alla clinica e alla elaborazione di temi imprescindibili
dalla pratica ospedaliera quotidiana trattati dalle psicologhe D.ssa Angela Fabiano e Lucia
Toscano, insieme alla sottoscritta –
contenuti che stanno alla base di un’assistenza capace di ascoltare i bisogni e
attenti alle ferite dell’Anima e non solo a quelle del corpo- gradualmente si è approfondita nel gruppo dei partecipanti
l’analisi critica del contesto ospedaliero e del loro intervento professionale,
riuscendo a “drammatizzare” i punti più nevralgici dell’accadere operativo:
nelle sale operatorie, tra le corsie, nei rapporti tra colleghi. La capacità
creativa che il gruppo ha manifestato nel ri-creare
momenti drammatici della loro esperienza giornaliera ha dato la migliore prova
della possibilità che ciò che è stato detto si può trasformare in esperienza pratica e che, pertanto, la teoria si possa riportare nel lavoro
di ogni giorno.
Certo ci vorrà ancora del
tempo e molti altri momenti formativi , molti sforzi e molta volontà per
migliorare l’organizzazione nel suo insieme per un’assistenza più vicina alle
complesse esigenze dell’utenza e per il miglioramento delle relazioni
lavorative. Ma poiché ogni cambiamento comincia dalla capacità di pensarlo è indispensabile che nella
dimensione del lavoro quotidiano si apra uno spazio al pensiero critico, alla
riflessione, e alla consapevolezza di ciò che si fa e soprattutto del come si fa. Questo è uno degli
obiettivi del nostro lavoro di psicologi nel momento in cui , insieme a tutte
le figure professionali impegnate nell’assistenza, creiamo una dimensione di ascolto reciproco,
di scambio e di integrazione.
Come direttore scientifico
del corso, mi piace concludere la valutazione di questa prima edizione, con una
frase scaturita in modo chiaro da una delle esercitazioni del gruppo: insieme si può fare.