venerdì 22 giugno 2012

Verso una medicina capace di ascoltare


11/12/13 Giugno 2012
Un importante corso di formazione per operatori sanitari presso l'ARNAS Garibaldi, del quale sono stata direttore scientifico.
Questo il mio commento finale alla prima edizione.



Nei giorni 11/12 /13 di questo Giugno, nell’aula Dusmet del Presidio Garibaldi Centro si è svolto il corso di formazione per le figure sanitarie operanti nei reparti critici dell’Azienda. Il corso, del quale è  prevista nel mese di ottobre una seconda edizione per il presidio di Nesima, fa parte integrante del Progetto obiettivo PSN 2010 finalizzato alla Riabilitazione psicologica nei reparti critici e pertanto diretta a  coinvolgere gli operatori all’acquisizione di metodologie di lavoro e di tecniche d’intervento che guardino alla dimensione psicologica dell’ammalato e della sua famiglia da un lato, al rapporto tra operatori nell’ambiente di lavoro dall’altro: aspetto sempre interconnesso con il primo e pertanto fattore indispensabile per il raggiungimento di un “benessere organizzativo” adeguato e soddisfacente per chi lavora e , d’altro lato,  efficace per la produttività di un’azienda il cui fine è “fare salute”.  

Se già nel titolo era chiaramente enunciata la necessità di  ascolto come fondamento di una medicina attenta ai bisogni dell’uomo nella sua interezza, e non di una tecnica specialistica rivolta a singoli  pezzi del corpo,  è certo che durante i tre intensissimi giorni l’ acquisizione di tale capacità   è stata non solo “elaborata” , ma riconosciuta come un bisogno dell’operatore stesso, del medico in particolare, che avverte nella “techné” della medicina moderna la perdita del rapporto umano e della sua propria capacità di ascolto . Il gruppo dei partecipanti, 35 tra medici e infermieri, hanno saputo dare spazio durante lo svolgimento dei lavori alle loro difficoltà e problematicità secondo un percorso che , se al primo impatto si manifestava come insofferenza, impazienza, diffidenza , si è gradualmente trasformato in un atteggiamento di curiosità prima , di riflessione sui contenuti e sugli  spunti offerti poi. E’ possibile pensare che l’atteggiamento iniziale risentisse di una prioritaria  mancanza di chiarezza sugli obiettivi del corso certamente distanti dalla pratica clinica cui gli stessi sono abituati e che,  malgrado come gruppo di lavoro avessimo messo impegno nel cercare di sintetizzare nella brochure informativa,  non erano stati in grado di raggiungere sufficientemente  l’orecchio degli iscritti. 

Superato il primo momento però, si è osservato un vero processo di cambiamento del gruppo, qui e ora, capace di modificare la propria capacità di ascolto, di relazione e di dialogo, e che pertanto il percorso esperenziale guidato in particolare dal relatore esterno, Dr Alessandro Lombardo, nella seconda e terza giornata del corso, ha trasformato la carica emotiva iniziale in spazio di consapevolezza e di riflessione.

A partire dalla prima giornata, dedicata alla clinica e alla elaborazione di temi imprescindibili dalla pratica ospedaliera quotidiana trattati dalle  psicologhe D.ssa Angela Fabiano e Lucia Toscano, insieme alla sottoscritta  – contenuti che stanno alla base di un’assistenza capace di ascoltare i bisogni e attenti alle ferite dell’Anima  e non solo  a quelle del corpo-  gradualmente  si è approfondita nel gruppo dei partecipanti l’analisi critica del contesto ospedaliero e del loro intervento professionale, riuscendo a “drammatizzare” i punti più nevralgici dell’accadere operativo: nelle sale operatorie, tra le corsie, nei rapporti tra colleghi. La capacità creativa che il gruppo ha manifestato nel ri-creare momenti drammatici della loro esperienza giornaliera ha dato la migliore prova della possibilità che ciò che è stato detto si può trasformare in  esperienza pratica e che, pertanto, la teoria si possa riportare nel lavoro di ogni giorno.

Certo ci vorrà ancora del tempo e molti altri momenti formativi , molti sforzi e molta volontà per migliorare l’organizzazione nel suo insieme per un’assistenza più vicina alle complesse esigenze dell’utenza e per il miglioramento delle relazioni lavorative. Ma poiché ogni cambiamento comincia dalla capacità di pensarlo è indispensabile che nella dimensione del lavoro quotidiano si apra uno spazio al pensiero critico, alla riflessione, e alla consapevolezza di ciò che si fa e soprattutto del come si fa. Questo è uno degli obiettivi del nostro lavoro di psicologi nel momento in cui , insieme a tutte le figure professionali impegnate nell’assistenza,  creiamo una dimensione di ascolto reciproco, di scambio e di integrazione.

Come direttore scientifico del corso, mi piace concludere la valutazione di questa prima edizione, con una frase scaturita in modo chiaro da una delle esercitazioni del gruppo: insieme si può fare.