L'obesità è una vera e propria patologia tipica,
anche se non esclusiva, delle società cosidette "del benessere".
Essa è causata da una combinazione di fattori, compresa la predisposizione genetica. Gli aspetti psicologici e sociali , le
abitudini familiari, la sedentarietà,
l’ambiente in cui si vive , talora
anche determinati farmaci, contribuiscono a rafforzare questa predisposizione
di fondo che si correla in modo significativo ad altre patologie come il
diabete, le malattie cardiovascolari, le patologie a carico del sistema osteo
articolare e le sindromi psichiatriche. L'approccio psicologico al trattamento
dell’obesità risulta oggi riconosciuto come fondamentale per la piena
guarigione del paziente che vive una condizione psicologica molto pesante anche per gli effetti
discriminanti che il maggiore peso provoca a livello relazionale, sociale e
lavorativo. In una società come quella attuale, nella quale i valori dominanti
ruotano attorno alla bellezza, all’immagine
e alla forma fisica, l’obeso viene considerato negativamente e, se
bambino o adolescente, diviene oggetto di derisione o di esclusione dal gruppo
dei pari. In realtà è proprio il numero di questi ultimi che oggi è in costante
aumento, con gravi danni per il loro sviluppo fisico e psichico.
Recentemente si diffonde
sempre più nel trattamento degli obesi adulti la chirurgia bariatrica, ultima
sponda dopo innumerevoli fallimenti di altre metodologie. Anche in questo caso
un’attenta analisi delle problematiche psicologiche di fondo, le aspettative e le illusorie convinzioni circa i risultati,
sono alla base della opportunità o meno di affidarsi a questa metodica che talora slatentizza ulteriori difficoltà emotive
e reazioni psicopatologiche. Se il cibo, considerato l’elemento fondamentale di
“nutrimento” del proprio vuoto esistenziale, affettivo, emozionale, non può più essere “accolto” nel proprio sé,
per via della restrizione della sacca gastrica, l’individuo rischia di cadere
in depressione o in altre forme di
disagio.
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