martedì 9 luglio 2013

Il processo di individuazione: diventare quello che si è.

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Così C.G. Jung:
Non mi sono accadute che cose inaspettate. Molto avrebbe potuto essere diverso se io fossi stato diverso.
Ma tutto è stato come doveva essere; perchè tutto è avvenuto in quanto io sono come sono. 


 L’individuazione viene definita da Jung come il processo di differenziazione che ha come meta lo sviluppo della personalità individuale; essa rappresenta quindi lo sviluppo dell’individuo, delle sue particolarità caratteriali, delle sue disposizioni e inclinazioni naturali, ma anche delle sue risposte all’ esperienza riportata nella vita, l’educazione, gli incontri, gli eventi. Diventare individuo significa staccarsi e delinearsi come soggetto diverso, unico, che, pur tenendo conto delle richieste dell’ambiente, tuttavia non si lascia uniformare, rispondendo in modo spesso in contrasto con le aspettative sociali. E’ indispensabile però che vi sia un preliminare processo di adattamento alle norme sociali , senza il quale l’individuo potrebbe pericolosamente non riconoscersi nei valori sociali e pertanto agire la propria individualità in modo egoistico ed amorale. L’individuazione è infatti un percorso che coinvolge l’individuo nella ricerca della propria autorealizzazione attraverso le scelte, il caso, le esperienze della vita, il rapporto con gli altri.
Teoricamente il processo di individuazione coincide con il tempo della vita. In senso analitico esso è il percorso di coscienza e di consapevolezza degli aspetti inconsci della propria personalità e della realizzazione del Sé nella sua globalità. Esso rappresenta un processo di elevazione spirituale: porta infatti ad un “ampliamento della sfera della coscienza” attraverso il dinamismo dialettico conscio-inconscio, collettivo-individuale, pulsioni istintive e doveri sociali, finalità individuali e finalità universali. E’ un processo molto complesso e travagliato che implica la scelta, la volontà, l’accettazione delle inevitabili conseguenze. Diventare quello che si è, in modo consapevole e pieno, è tuttavia un percorso difficile e impegnativo. Significa misurarsi con la propria Ombra, accettare gli aspetti meno “nobili” della propria personalità, riuscendo ad integrarli in una forma più ampia capace di trascendere i singoli aspetti di sé stessi per pervenire a una forma globale, irripetibile e unica. E’ un percorso di affermazione, spesso conflittuale e doloroso, ma necessario per passare dalla coscienza dell’Io alla coscienza del Sé. Se pure durante il tragitto può subentrare uno stato di spaesamento, di crisi , di rinuncia, a favore di una parte sociale da sostenere , diventare sé stessi è l’unico modo per raggiungere un grado di soddisfazione personale coerente con i propri bisogni più profondi e più autentici. Rinunciare alla “maschera”, delimitare i confini della Persona, significa evitare il tradimento di sé stessi per corrispondere alle aspettative degli altri, soggiacendo alle pressioni dell’esterno. Il processo di individuazione significa essere liberi, attori delle proprie scelte, protagonisti della propria vita.
In senso psichico esso conduce alla integrazione degli aspetti femminili (Anima) e maschili (Animus) della propria psiche: la coniunctio oppositorum. E’ un processo creativo, complesso, nel quale l’immaginazione ( simboli, sogni, metafore) ha un ruolo fondamentale in quanto consente di trasferire i contenuti dell’inconscio su un piano cosciente per poterli esplorare ed elaborare.
La psicoterapia junghiana aiuta e facilita il processo di individuazione, aiutando a penetrare nelle regioni più oscure della propria persona, spesso tenute a bada, o ritenute pericolose. Poterle conoscere significa trovare in esso quel potenziale creativo e quella ricchezza soggettiva che un atteggiamento troppo raziocinante impedisce e frena.