mercoledì 4 dicembre 2013

Sex addiction



La sex addiction, o sesso compulsivo, è una  dipendenza che comporta per chi ne è affetto gravi rischi connessi alla salute fisica, psicologica e sociale. Chi la vive è ossessionato dalla sessualità come ricerca costante di un nuovo patner,  come luogo di soddisfazione immediata e compulsiva, come scarica di una tensione emotiva altrimenti insopportabile. Collegato alla ricerca spasmodica di situazioni reali, il soggetto è continuamente occupato dal pensiero ossessivo del sesso, da fantasie di ogni genere, da frequenti masturbazioni e utilizzo di materiale pornografico . L’ossessività di questa ricerca è caratterizzata da un grande impoverimento della vita affettiva e di relazione, dalla incapacità di mantenere un legame sentimentale, dalla chiusura in un isolamento che gradualmente allontana il soggetto da una normale vita sociale. La dipendenza dal sesso è una delle possibili forme in cui si esprime il disturbo ossessivo compulsivo, ma la sua peculiarità implica in misura maggiore il deterioramento delle relazioni in quanto l’altro viene continuamente riportato ad un immaginario perverso ed osceno o, al contrario, escluso  nella totale indifferenza. Nel film di Mc Queen “Shame” del 2011 (di cui consiglio la visione) il protagonista bene incarna la dimensione emotivamente fredda di chi vive questa ossessione , la chiusura e l’inaccessibilità allo scambio e alla intimità dell’Anima,  lo spazio mentale costantemente occupato dalla presenza reale o immaginaria  di amplessi bulimici ma  emotivamente vuoti ed anonimi. E’ un impulso che, come tutte le dipendenze,  genera disperazione e disistima profonda insieme alla difficoltà di uscirne e di sanare l’ angoscia che condanna l’individuo  a reiterare il proprio comportamento. Come Brandon nel film citato,  non la libertà del desiderio, ma la prigionia da un impulso insopprimibile riduce la vita a mera scarica di un’ansia insostenibile, all’illusorio riempimento di una mancanza incolmabile. Le cause sono spesso da ricercare nei rapporti familiari originari , con figure genitoriali, fredde, anaffettive, e rigide nel comportamento, poco disponibili alla espressione delle emozioni, e senza alcuna educazione al sentimento.
Il disturbo viene normalmente affrontato con una psicoterapia individuale o di gruppo cercando di aiutare il soggetto ad una nuova percezione del proprio bisogno compulsivo e a riportarlo al desiderio di un incontro sano con la sessualità e con l’altro.
 


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