La sex addiction, o sesso
compulsivo, è una dipendenza che
comporta per chi ne è affetto gravi rischi connessi alla salute fisica,
psicologica e sociale. Chi la vive è ossessionato dalla sessualità come ricerca
costante di un nuovo patner, come luogo
di soddisfazione immediata e compulsiva, come scarica di una tensione emotiva
altrimenti insopportabile. Collegato alla ricerca spasmodica di situazioni
reali, il soggetto è continuamente occupato dal pensiero ossessivo del sesso,
da fantasie di ogni genere, da frequenti masturbazioni e utilizzo di materiale
pornografico . L’ossessività di questa ricerca è caratterizzata da un grande
impoverimento della vita affettiva e di relazione, dalla incapacità di
mantenere un legame sentimentale, dalla chiusura in un isolamento che
gradualmente allontana il soggetto da una normale vita sociale. La dipendenza
dal sesso è una delle possibili forme in cui si esprime il disturbo ossessivo
compulsivo, ma la sua peculiarità implica in misura maggiore il deterioramento
delle relazioni in quanto l’altro viene continuamente riportato ad un
immaginario perverso ed osceno o, al contrario, escluso nella totale indifferenza. Nel film di Mc
Queen “Shame” del 2011 (di cui
consiglio la visione) il protagonista bene incarna la dimensione
emotivamente fredda di chi vive questa ossessione , la chiusura e
l’inaccessibilità allo scambio e alla intimità dell’Anima, lo spazio mentale costantemente occupato
dalla presenza reale o immaginaria di
amplessi bulimici ma emotivamente vuoti
ed anonimi. E’ un impulso che, come tutte le dipendenze, genera disperazione e disistima profonda
insieme alla difficoltà di uscirne e di sanare l’ angoscia che condanna l’individuo a reiterare il proprio comportamento. Come
Brandon nel film citato, non la libertà
del desiderio, ma la prigionia da un impulso insopprimibile riduce la vita a
mera scarica di un’ansia insostenibile, all’illusorio riempimento di una
mancanza incolmabile. Le cause sono spesso da ricercare nei rapporti familiari
originari , con figure
genitoriali, fredde, anaffettive, e rigide nel comportamento, poco disponibili
alla espressione delle emozioni, e senza alcuna educazione al sentimento.
Il disturbo
viene normalmente affrontato con una psicoterapia individuale o di gruppo cercando
di aiutare il soggetto ad una nuova percezione del proprio bisogno compulsivo e
a riportarlo al desiderio di un incontro sano con la sessualità e con l’altro.
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