La casa e’ uno dei simboli piu’ frequenti nella vita
onirica degli individui, in particolare delle donne. Pur essendo simbolicamente
rappresentativo della personalita’ individuale, della struttura e del mondo interiore , la casa, in quanto contenitore compare piu’ spesso nei
sogni dei queste ultime, rimanendo il luogo privilegiato della loro ricerca e
della loro identita’. Durante la mia attivita’ ho raccolto questa immagine nel
percorso di molti individui -compresa me stessa- nel quale questo simbolo era significativa espressione di quanto
dimorava all’interno di quella persona. Casa come dimora psichica, luogo di esperienza interiore. Piani, stanze,
corridoi , porte e finestre, raccontano cio’ che l’anima sta attraversando, la
sua chiusura in se’ stessa, la sua apertura verso il mondo. Sotterranei e
sgabuzzini, cosi’ come sale o camere da letto, vuote o arredate che siano,
luminose o buie, sono l’immediata rappresentazione di cio’ che si sta vivendo in
quel momento nella casa di psiche.
Ricordo ancora un mio sogno, fatto in un momento difficile della mia
vita:
Ero io stessa
una casa: ne vedevo la struttura interna divisa su tre piani, una sezione
longitudinale dell’insieme. Tutto era del medesimo colore grigio, e pioveva in
ogni parte allo stesso uniforme ritmo. A un tratto grido dicendo che in quella casa stava morendo la bambina.
L’immagine onirica fu a quell’epoca talmente potente e
profonda da indurmi alla piena consapevolezza della depressione che stavo
vivendo, alla perdita della mia parte bambina, della mia capacita’ di provare
gioia ed entusiamo per la vita. Ma il grido che nel sogno avevo lanciato
produsse in me un risveglio , dandomi
la giusta indicazione su come uscire da quella tristezza senza limiti nella
quale mi trovavo.
Ho sempre ricordato quel sogno come una benedizione
proveniente dal mio inconscio ed ancora oggi ne conservo la memoria.
Talora la casa torna nei sogni in modo ricorrente
seguendo in modo preciso l’evoluzione di un percorso di individuazione. E’ il
caso di una mia paziente con grosse difficolta’ relazionali. Durante il
percorso analitico ha ripetutamente sognato di tornare nella casa della madre,
trovandola talora conosciuta, talora estranea, ma sempre espressiva del suo
processo di elaborazione della dinamica familiare e delle vicende affettive vissute. Man mano che il percorso ha lasciato alle spalle le vicende
originarie, anche la casa del sogno si trasforma, divenendo finalmente la propria casa.
Ecco uno degli ultimi sogni:
Sono a casa
mia. Ci sono due stanze confinanti : tra
loro non c’e’ comunicazione. In una ci sono io, nell’altra due bambini: un
maschio e una femmina.
La paziente ha due figli, con i quali si ripropongono
le stesse difficolta’ di relazione. Il sogno compare nel momento in cui sta revisionando
i propri rapporti attuali, misurandosi con i propri complessi e con la chiusura
emotiva nella quale ha cercato di rifugiarsi per evitare di soffrire.
Altre volte la casa compare come luogo estraneo e
sconosciuto, spesso con scale e corridoi difficili da percorrere, oppure oscuri
e minacciosi : in ogni caso essa rappresenta il proprio luogo interno la cui
esplorazione e’ fonte di paure inconsce e del timore di perdere i propri punti
di riferimento.
In altri sogni la casa appare “abitata” da piccoli animali
ripugnanti come scarafaggi, topi o insetti, che impediscono al sognatore di
vivere lo spazio in modo confortevole e che sono significativi di una
dimensione interna inquietata da problematiche irrisolte. Come in uno dei sogni
di un’altra mia paziente:
Sono a casa
mia e sto riordinando. Vedo il tappeto che ho steso fuori ad asciugare dopo
averlo lavato . In controluce vedo che dentro ci passeggiano dei topolini. Mi
sveglio in preda al ribrezzo.
La paziente in questione , gia’ da tempo in terapia,
cerca di trovare una soluzione razionale alla propria vita e al proprio disagio
esistenziale, ma non riesce ancora a risolvere i propri nodi profondi che
sfuggono a qualsiasi ordine e continuano a disturbare
il proprio equilibrio. Al tempo di questo sogno e’ piu’ consapevolmente
orientata verso un cambiamento della propria dimensione interna, ma e’ sempre
ostacolata dal timore di sbagliare, di non farcela e dalla ossessione della
perfezione.
Ogni parte della casa rappresenta simbolicamente
aspetti della psiche: se il salone dove
si ricevono gli ospiti indica la Persona
e il suo modo di manifestarsi agli altri, lo sgabuzzino e’ metafora dell’Ombra, dove viene chiuso o rigettato quello
che non si vuole vedere ne’ mostrare. Cosi’ il tetto, dimensione del pensiero e
della razionalita’, in ogni caso apertura verso l’Alto, si contrappone al
pavimento, luogo della concretezza e della dimensione pratica della vita. Le
stanze sono espressive delle diverse aree della vita : dai luoghi piu’ intimi e
riservati come le camere da letto o il bagno, a quelli dove si elaborano gli
elementi ( la cucina ad esempio, o gli studi).
Scale e corridoi rappresentano gli elementi di raccordo e comunicazione.
In tutti i casi e’ importante analizzarne il contesto : una casa poggiata sulle
palafitte dice cose diverse da una casa posta in pianura o in citta’. Di fronte
al mare o tra le montagne. Nel bosco o in un deserto.
In ultimo, voglio raccontare il sogno di un mio
giovane paziente (20 anni) che racconta
e riassume in modo molto particolare la sua faticosa ricerca di identita’ e nel quale la
casa si manifesta come luogo del ritorno o del ritrovamento, della sicurezza e
del materno, con una rappresentazione dell’ aspetto maschile della coscienza singolare e archetipica. Il sogno di un moderno
Ulisse.
Sono in
viaggio con mio padre e mio fratello. A un tratto abbandoniamo la macchina e
continuiamo a piedi. Man mano ci allontaniamo dalla città ed entriamo sempre di più in una
zona isolata, come fosse una campagna con molta vegetazione. Andando avanti mi
ritrovo solo con la mia bici lungo una strada che non e’ più di asfalto. ma uno di quei
sentieri di terra che si trovano nei boschi. Avanzando, vedo una signora insieme alla figlia ai bordi della strada, che mi guarda fisso e io, vedendola, sento un forte
presentimento di pericolo imminente per cui vado avanti senza fermarmi, fino a raggiungere
una specie di cancello semi aperto . Arrivato li, non ho più la bicicletta e proseguo a piedi.
Oltre questo cancello c' era un bosco vero e proprio, con alberi e senza
nessuna strada. Mi sento smarrito, ma a un tratto vedo una casa in mezzo a
questo bosco: una casa abbastanza grande e dall' aspetto quasi lussuoso. Qui ricordo di aver incontrato un ragazzo (
piu’ o meno della mia eta’) che sta salendo su una macchina con solo due posti
e molto bassa. , Inizialmente l’ho considerata come una fonte di salvezza per
riuscire a tornare a casa, ma questo ragazzo mi
fa vedere un foglio che era il suo elettroencefalogramma ( alterato, anche se non so su che base lo abbia pensato)
e non vuole farmi salire in macchina con lui . Entrando in casa ( abbastanza
spaziosa) ho trovato una specie di deltaplano, e nuovamente riprendo la speranza di poter
tornare a casa. Solo che non riuscivo ad usarlo, per quanti tentativi facessi. A quel punto incontro un signore ( che era il padre del ragazzo) che
mi ha aiuta a partire con questo deltaplano in un modo strano che
non ricordo e, dopo avermi fatto
promettere che sarei tornato a trovarlo qualche volta, sono riuscito a partire
e a tornare a casa.
Una volta tornato, trovo la casa buia e scolorita (e molto
disordinata) che mi mette un senso di
tristezza e vuoto. Dentro c’e’ mia madre. Ho la sensazione di
estraneità’. vado nel balcone della mia
stanza dove trovo una scatola di chiodi colorati e comincio a sbattere su
questa scatola. Chiodi colorati continuano ad uscire dalla scatola.
Al di la’ dell’interpretazione complessa del sogno che
sintetizza il percorso di individuazione di questo giovane nel difficile
compito di recupero della propria identita’ maschile, e’ evidente come il
simbolo della casa si manifesti come luogo significativo del proprio processo
di crescita e maturazione, luogo di sicurezza e di nostalgia, ma non come oggetto di identificazione, cosi’
come invece sembra essere nei sogni prima riportati , nei quali la casa sembra rappresentare essa stessa l’ identita’
femminile.
Su questo tema , che costituisce oggi per me fonte di
interesse e riflessione , mi riservo di scrivere in un prossimo articolo . Per
ora mi basta sottolineare l’importanza e
la significativita’ di questo simbolo, della sua comparsa nei percorsi
individuativi e del prezioso contributo conoscitivo che questa immagine offre
durante la psicoterapia.
Nessun commento:
Posta un commento