giovedì 17 marzo 2016

COSI' HA INIZIO IL MALE J. Marias

La mia recensione


Ci sono questioni sulle quali è meglio serbare un sospetto non troppo tormentoso, sopportabile, piuttosto che perseguire una certezza deludente o ingrata, che può metterci nelle condizioni di vivere e di raccontarci qualcosa di diverso da quello che abbiamo vissuto fin dal principio..
J.Marìas
pag.115 



La verità, la menzogna, la difficile e complessa distinzione tra ciò che è vero o reale nel passaggio tra il passato e il presente, tra azione e pensiero è la tematica centrale dell'opera di Javier Marias. In particolare egli si sofferma ad analizzare quanto la nostra vita sia influenzata e determinata da ciò che si sa o ciò che non si sa, dalla conoscenza di quel qualcosa che, nel momento in cui ci raggiunge, trasforma irrevocabilmente la nostra visione delle cose, sempre, e in modo irreparabile. Anche una rivelazione tardiva può capovolgere il mondo nel quale si è creduto di abitare. Può distruggerlo, senza che sia possibile tornare a quel che era prima. Come accade nell'ultimo affascinante “E così ha inizio il male”. Un opera che scandaglia non solo l' enigmatico ed inquietante rapporto di coppia tra un regista e la sua donna, ma anche tutto ciò che vi sta intorno, i dubbi, le reazioni, i sospetti che attraversano i rapporti di amicizia, le relazioni sociali, nel contesto ancor più ampio , culturale e politico, nel quale la vicenda è calata. Così Beatriz , durante un litigio nel quale perde le staffe, butta lì la prova del segreto che aveva conservato dentro di sè fino a quel momento stravolgendo per sempre tutta la sua vita coniugale e sentimentale, senza mai più poter tornare indietro, nè avere quello che aveva prima, ma solo subire le incalcolate conseguenze della sua rivelazione.
Non sempre sappiamo valutare le nostre forze - riflette Marìas - il danno che facciamo con la lingua ci sembra più lieve di quello che potremmo arrecare con le mani, e non è cosi.”
Ma l'opera non è certo solo il racconto di un inganno, né di un tradimento, ma della drammatica confusione che regna tra i sentimenti umani, nella congerie di contraddizioni e di ambiguità che li attraversano, indagandone ogni risvolto, ogni imprevisto smottamento, fino all'ultima delle sue 451 pagine che il lettore potrà abbandonare solo dopo averne letto l'ultima riga, in un susseguirsi di discese e risalite alla ricerca di una verità continuamente sfuggente e del senso che possa renderla sopportabile.


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